A.Ri.F.  Associazione Rilevatori Faunisti

Passeriformi, quelli .... più piccoli

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luciano54
view post Posted on 6/3/2008, 20:12




Iniziamo a parlare di passeriformi anche in questo forum dove, in virtù del libero accesso anche ai visitatori, le pagine saranno fruibili da chiunque!
"Apro le danze" postando alcune immagini, ...tecnicamente non esaltanti (fermi immagine da videocamera e..... non si può pretendere di più) di un uccellino secondo me molto grazioso .... ma anche piuttosto silenzioso e schivo, difficile da “contattare”; ...... si chiama Pigliamosche!

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Mi sono accorto che mi svolazzava attorno mentre ero in “appostamento” in quel di San Paolo; avevo la “tuta di foglie” .... non si è accorto di me ....e sono riuscito a riprenderlo!!
In mezzo alle immagini posterò la “solita scheda” i cui dati sono tratti dall’aggiornamento dell’atlante degli uccelli nidificanti in provincia di Forlì, a cura di Ceccarelli P. e Gellini S.; il testo è di Pierpaolo Ceccarelli.

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CITAZIONE
Pigliamosche Muscicapa striata
Rispetto al precedente atlante degli anni ’90, l’areale provinciale risulta aumentato di un terzo: da 33 a 45 le sezioni CTR interessate; in termini quantitativi risulta un aumento più modesto degli indici medi, da 0,040 a 0,046 coppie/km (+15%).
Vanno ricordate al riguardo le difficoltà nel contattare questa specie, dovute al suo comportamento silenzioso e schivo ed alla densità generalmente bassa della popolazione nidificante; questi problemi di rilevamento rendono probabilmente inadeguato il metodo utilizzato per l’indagine quantitativa; a conferma di questa carenza, si può notare come nella maggior parte delle sezioni (60%) viene indicato solo il rilevamento qualitativo, al pari di quanto accaduto nell’Atlante del 1995-97 dove la percentuale delle sezioni con solo qualitativo era del 64%.
Ed anche l’andamento degli istogrammi altitudinali così dissimili nei due atlanti, sembra derivare da una certa casualità nel rilevamento delle coppie nei transetti.
Ciò premesso, il forte aumento delle sezioni testimonia in ogni caso un’espansione distributiva; risultano occupate nuove sezioni di pianura lungo la Via Emilia e nella fascia costiera; si nota maggiore continuità ed abbondanza nella bassa e media collina occidentale.
In conclusione si può parlare di una distribuzione ampia, ma con presenze localizzate, e di una popolazione di modesta entità.
L’intervallo altitudinale va, normalmente, dal livello del mare agli 800 m di quota, con rare eccezioni più in alto; fra queste Riofreddo (Verghereto, 830 m) e Castellana (Premilcuore, 980 m).
La scarsa specializzazione ecologica si riflette nell’estrema varietà degli ambienti frequentati per la riproduzione che includono zone urbanizzate, coltivate e naturali: parchi, orti, frutteti, boschi di conifere (spesso le pinete di rimboschimento) e soprattutto boschi fluviali; per la collocazione del nido vengono utilizzati cavità sia naturali che artificiali su rocce, alberi, muri di abitazioni, manufatti stradali metallici e in cemento.

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Sono in grado di postarvi anche riassunti di schede relative all’aggiornamento dell’atlante della Provincia di Ravenna, ..... sempre a cura di Gellini S. e Ceccarelli P. ..... quidi ... situazione del pigliamosche in provincia di Ravenna, ...(testo di Pierpaolo Ceccarelli):
CITAZIONE
La distribuzione provinciale rimane suddivisa in due aree principali e pressoché continue: una più ridotta e con abbondanze modeste segue le sezioni lungo il litorale o nell’immediato retroterra, l’altra è ubicata nella parte occidentale, nella pianura compresa fra Castelbolognese, Faenza, Lugo, e Bagnacavallo; qui sono state riscontrati anche i maggiori valori di abbondanza. Quasi tutta la restante pianura interna (Russi, Fusignano, Mezzano, Alfonsine, Lavezzola) appare, come allora, quasi priva di segnalazioni; poche e isolate le presenze in ambiente collinare, che rimangono in genere sotto i 500 m di altitudine.
Il numero delle sezioni interessate dalla sua presenza ed anche i valori medi provinciali di abbondanza appaiono praticamente immutati nel confronto fra i due atlanti.

Ciao.
 
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lucav1966
view post Posted on 7/3/2008, 13:42




Se non vado errato fanno parte di questo ordine anche le specie appartenenti alla famiglia dei corvidi.
A livello di "intelligenza", imputata a questi ultimi, come se la cavano le altre famiglie dell'ordine?

Secondo me questa caratteristica è comune e più o meno sviluppata anche altrove nel mondo animale....

Ciao
 
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lucav1966
view post Posted on 13/3/2008, 20:35




Queste le ho scattate oggi con la tecnica del digiscoping.
Anche se non sono "piccoli" non me la sono sentita di discriminarli!

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Ciao
 
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michimor
view post Posted on 20/3/2008, 22:24




Ieri mi sono preso mezza giornata di ferie per fare un giro a pian del grado,bellissima giornata di sole e spolverata di neve sul crinale che rendeva il paesaggio molto particolare.Avvistati due gruppetti di cervi e due caprioli,mentre tornavo alla macchina dalla fossa ,sul camino della casa denominata "la casina" ho visto un gufo che si scaldava al sole , potrebbe essere un luogo abituale per cui buttate un occhio quando passate da lì.Lungo il cammino nel bosco numerose cince bigie svolazzavano da un albero all'altro ho provato a fotografarle questa la migliore

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Ciao

P.S. ho perso il cellulare(della mia azienda),un nokia grigio e azzurro se qualcuno lo trovasse....grazie
 
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luciano54
view post Posted on 21/3/2008, 08:04




Bellissima la cincina!!!! non è certo facile fotografare quei piccoli "folletti" ..... è un uccellino che mi è molto simpatico!! Alcune di loro stanno "esplorando" i nidi artificiali che ho messo a Berleta ...... vedremo!
Grazie per la notizia del gufo (...comune vero!?) alla casina; ..... mi dispiace per il cellulare, ... se vado a fare un giro ci darò un'occhiata (anche se adesso è un po' difficile ..... mi è venuto un febbrone da ..... cervo!!!!) Magari lo dico con Paride ....di buttare un occhio se va in giro da quelle parti!!
Sul tetto della casa di fianco alla mia (.. è più bassa) c'è un grande andirivieni di storni .... che portano rami per la costruzione del nido.
 
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luciano54
view post Posted on 21/3/2008, 11:04




Approfitto della bella immagine di cincia bigia postata da Moreno per inserire una “scheda” di commento sulla situazione locale (che ovviamente prendo in prestito dall’aggiornamento dell’atlante degli uccelli nidificanti in provincia di Forlì, a cura di Ceccarelli P. e Gellini S) di questo piccolo passeriforme ..... il testo è di Pierpaolo Ceccarelli:

CITAZIONE
CINCIA BIGIA Parus palustris

In Italia nidifica prevalentemente nell’arco alpino e lungo la dorsale appenninica, localmente in Sicilia; assente o rara nelle pianure. È prevalentemente sedentaria, parzialmente erratica in inverno.
Rispetto all’Atlante precedente, ed anche a quello degli anni 1982-86, la distribuzione provinciale appare sostanzialmente immutata interessando la quasi totalità del territorio collinare e montano; le sezioni CTR occupate passano dalle 48 di 10 anni fa alle 50 attuali.
I rilevamenti quantitativi però rivelano un forte ampliamento della popolazione il cui indice medio di abbondanza sale da 0,28 a 0,47 coppie/km, con un aumento del 69%; la variazione è stata anche analizzata utilizzando il set dei transetti nei quali la specie è stata rilevata in almeno uno dei due atlanti (97 transetti) ottenendo un valore di +58%, altamente significativo (0,000) al test T per campioni appaiati (Ceccarelli e Gellini in stampa).
La variazione risulta molto marcata nelle fasce di bassa collina, fra 100 e 300 m di quota (+322%), e della montagna, oltre 800 m (+265%), mentre nelle media collina l’incremento è tra 20 e 40%.
In tante zone, allora con segnalazioni puramente qualitative, si sono ottenuti rilievi quantitativi; le sezioni con simbolo qualitativo si sono così ridotte da 13 a 2 soltanto. Un’altra diretta indicazione dell’incremento è dato dal numero delle sezioni al massimo livello di abbondanza che sono passate da 10 a 16, concentrate prevalentemente nel settore sud-occidentale. Qui si trovano i valori più alti in assoluto che riguardano i territori delle alte vallate del Rabbi e del Bidente.
Il diagramma altitudinale mostra bene le attitudini prevalentemente montane della specie; senza valutazioni quantitative nella fascia di pianura, l’indice di abbondanza appare crescente lungo il gradiente altimetrico fino al massimo valore oltre gli 800 m. Sotto i 100 solo qualche sporadica presenza: 60 m a Castrocaro, 80 m lungo il Bidente a S.Colombano (Meldola), 100 m nella R.N.O. di Scardavilla (Meldola); le massime altitudini riscontrate si riferiscono alle foreste del Parco di Campigna (tra 1100 e 1200 m a M.Guffone, M.Ritoio, P.Palaio, P.Corsoio) e del M.Fumaiolo (tra 1200-1300 m a P.Pratoni, Moia, Sassoni).
E’ specie strettamente forestale che trova l’habitat ottimale in castagneti da frutto e nei boschi di latifoglie, misti, fluviali; è probabile che l’imboschimento naturale o artificiale dell’Appennino, conseguente allo spopolamento della montagna, possa avere favorito l’espansione locale della Cincia bigia, indubbiamente molto più abbondante oggi rispetto ai tempi storici quando era definita scarsa (Zangheri 1938, Foschi 1986) o addirittura nemmeno citata da altri Autori.

Inserisco anche un piccolo commento alla situazione del Ravennate (sempre Romagna è).... questa volta il testo è di Stefano Gellini

CITAZIONE
La distribuzione riscontrata nel corso della ricerca ricalca in gran parte quella rilevata 10 anni fa, con una presenza diffusa nella fascia collinare e montana, con prevalenza al di sopra dei 300 m e fino al limite delle faggete.
Sia il numero complessivo di sezioni sia il numero medio di coppie/km non sembrano aver subito sostanziali variazioni. Nel confronto, da segnalare modeste variazioni in pianura: l’attuale assenza della specie nella tenuta Mangelli (si trattava di una presenza qualitativa, al di fuori dei transetti e probabilmente molto localizzata), e le segnalazioni quantitative in due sezioni lungo il corso del Reno, in aree igrofile.

Ciao .... alla prossima!

 
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michimor
view post Posted on 21/3/2008, 22:18




Era un gufo comune,il reale sarebbe un sogno,grazie per il passaparola del cellulare e buona fortuna per le nidificazione.Questa settimana sono riuscito a costruire il nido per il merlo acquiolo e per il rampichino,domani li installerò,probabilmente è un po' tardi ma provo lo stesso.
Ciao e buona guarigione
 
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luciano54
view post Posted on 21/3/2008, 22:41




CITAZIONE (michimor @ 21/3/2008, 22:18)
Era un gufo comune,il reale sarebbe un sogno .....

Concordo!! .... però è una segnalazione interessante comunque, poichè nei dati dell'aggiornamento atlante ... mancano segnalazioni nelle fascie altitudinali più elevate ....
CITAZIONE
....La specie appare omogeneamente distribuita nella fascia costiera, nella pianura e nei rilievi collinari fino ai limiti superiori di 650 m a S.Maria in Castello (Tredozio) e di 700 m a Dette presso Ranchio (Sarsina); le presenze a quote superiori, come ai 900 m registrati negli anni ’80, non sono state confermate. .....

 
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michimor
view post Posted on 24/3/2008, 23:43




Ieri pomeriggio a S.Sofia c'è stata una bellissima nevicata che ha reso il paesaggio molto suggestivo.Verso le 17 ho deciso di andare ad appostarmi per provare a fotografare qualche capriolo,durante l'attesa ho fotografato(dei caprioli neache l'ombra) questo zigolo muciatto che con i suoi numerosi compagni volava su e giù per il campo di erba medica.
Questa mattina invece nel mandorlo vicino casa ho "catturato" questo bellissimo saltimpalo ,intento nel suo canto territoriale, è una specie "facilmente" osservabile per l'abitudine di posarsi in punti elevati e ben visibili.

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Ciao
 
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luciano54
view post Posted on 25/3/2008, 19:28




Ancora immagini divine!!!! Il saltimpalo è molto “simpatico” e forse “tecnicamente” più bello, ..... ma lo zigolo muciatto ha tutto il fascino della specie più “rara”!!!
Dobbiamo essere molto grati a Moreno che condivide con noi molte delle “catture” che riesce a fare ..... credo con molta pazienza e indiscutibilmente con molta abilità!! Cercherò di contraccambiare parzialmente, postando le “schede” della distribuzione locale di queste due specie ..... molto diverse come consistenza e come trend! Il saltimpalo è distribuito praticamente ovunque, ma mostra un trend decisamente in declino; lo zigolo muciatto è invece sostanzialmente stabile .... ma molto localizzato come distribuzione e raro come consistenza!!
I dati delle schede sono quelli contenuti nell’aggiornamento dell’atlante degli uccelli nidificanti (nelle province di Forlì-Cesena e Ravenna), a cura di Ceccarelli P. e Gellini S.!

CITAZIONE
ZIGOLO MUCIATTO Emberiza cia
Principalmente sedentario, anche migratore regolare; l’areale comprende le zone montane italiane (Alpi, Appennini, Sicilia settentrionale).
L’attuale distribuzione provinciale non si discosta sensibilmente da quella dell’Atlante 1995-97; il numero delle sezioni CTR occupate è rimasto invariato (18), mentre si nota in particolare la scomparsa dalle 2 sezioni più a valle, corrispondenti a territori di Rocca S.C. e Civitella; in compenso la specie appare meglio distribuita nell’area del M.Fumaiolo e dei Mandrioli.
I dati quantitativi indicherebbero un leggero incremento: da 0,049 a 0,056 coppie/km (+15%); va considerato però che per densità così basse il metodo di censimento adottato può non essere adeguato e risentire troppo di contatti occasionali; in definitiva la situazione sembra essere di sostanziale stabilità.
La distribuzione è ristretta e frammentaria, a collocazione montana, compresa in un intervallo altitudinale che va dai 550-600 m di Tavolicci (Verghereto), Campastrone (Premilcuore) e Careste (Sarsina) ai 1150-1200 m di Poggio Corsoio (Campigna), Moia e Falera (M.Fumaiolo).
L’indice di abbondanza è massimo nella fascia montana, oltre gli 800 m, e si riduce della metà fra 501 e 800 m.
In entrambi gli atlanti figurano 4 sezioni alla massima densità; due di queste sono state confermate e rappresentano effettivamente aree decisamente idonee: la prima corrisponde alle zone collinari di Rullato (Sarsina) e Civorio (S. Sofia) nella valle del T. Borello, la seconda ai costoni marnoso-arenacei di Val di Sparviera (Premilcuore) e Pian del Grado (S. Sofia). Le 2 nuove sezioni corrispondono al crinale di M.Mandria-M.Bucine (Premilcuore) e alle marne di Poggio Bancola (Verghereto). Altre località nelle quali la presenza è stata riscontrata con una certa regolarità negli ultimi 20 anni sono: Careste (Sarsina), Valbura (Premilcuore), Romiceto (Bagno di R.)
In tutte queste località è ben presente l’habitat ottimale costituito da ambienti di gariga accidentata, a vegetazione bassa e stentata: pendii soleggiati nei quali la copertura erbacea è continuamente interrotta da affioramenti di roccia, detriti o terreno nudo, con lo strato arbustivo rado e discontinuo, spesso al margine o all’interno di boscaglie termofile.
Nel precedente Atlante era ipotizzata una fase di lento incremento della popolazione rispetto al passato, quando la specie era ancora considerata accidentale in Romagna (Zangheri 1938); la situazione attuale sembra indicare una situazione di stasi che rende la specie tuttora molto localizzata e scarsa.
E’ considerato in declino a livello europeo, con classificazione SPEC3, ovvero con status sfavorevole e popolazione non concentrata in Europa (BirdLife International 2004).

Pier Paolo Ceccarelli

Lo zigolo muciatto sembra invece scomparso dalla provincia di Ravenna. Era stato segnalato nel 1995-97 in due siti collinari, .... ma non ne è stata confermata la presenza!

CITAZIONE
SALTIMPALO Saxicola torquata

Specie sedentaria, distribuita in tutta Italia, ad esclusione dei settori più elevati delle Alpi.
L’attuale ricerca conferma l’ampia distribuzione provinciale che interessa 69 sezioni CTR come quella dell’Atlante 1995-97; è da ritenere tuttavia che, oggi come allora, l’areale comprenda in realtà tutte le sezioni e che le lacune distributive nell’area collinare e montana siano dovute ad una carenza nella ricerca. Va considerato infatti che la popolazione di questa specie è caratterizzata, negli ambienti collinari, da basse densità e che le coppie sono sempre molto localizzate, ragioni per cui la presenza può talora sfuggire al rilevatore.
Sotto l’aspetto quantitativo si registra un marcato regresso risultante dalla diminuzione dell’indice medio provinciale di abbondanza da 0,38 a 0,27 coppie/km (-30%).
Il regresso non interessa la fascia di pianura nella quale l’indice medio è rimasto quasi invariato, mentre già a partire dai 100 m di quota e fino al crinale la diminuzione degli indici nelle varie fasce raggiunge in alcuni casi anche valori tra il 50 e il 70%. Un’analisi effettuata dal confronto dei transetti, limitatamente a quelli sopra i 200 m di quota, frequentati dalla specie in almeno uno dei due atlanti (51 transetti) ha confermato il regresso con una differenza (-43%) risultata significativa (0,011) al Test T per campioni appaiati (Ceccarelli e Gellini, in stampa).
Ciò appare evidente anche dal confronto fra le due mappe: mentre nell’area della pianura le indicazioni sull’abbondanza, pur con diverse dislocazioni, rimangono in genere sui valori medio-alti, nell’area a Sud della Via Emilia tante sezioni allora caratterizzate dai conteggi quantitativi mostrano ora solo la presenza qualitativa; queste ultime sono diventate 25 contro le 14 di 10 anni fa.
L’istogramma altitudinale mostra la concentrazione delle coppie nella fascia di pianura, dove è stato censito il 64% delle coppie totali della Provincia; nelle fasce successive gli indici si mantengono quasi uguali, su valori decisamente bassi. Questa situazione è determinata dalla preferenza per le aree erbose pianeggianti, alternate a zone coltivate: prati da sfalcio, margini erbosi di strade rurali e di canali (nell’ambito locale in particolare il Canale Emiliano Romagnolo). I prati e i pascoli collinari e montani sembrano rivestire un ruolo marginale; proprio la riduzione di questi ambienti, conseguente al rimboschimento dei coltivi abbandonati, potrebbe rientrare fra le cause del declino in collina.

Pier Paolo Ceccarelli

CITAZIONE
Il Saltimpalo a Ravenna

L’indagine degli anni ’90 riportava abbondanze significative in Romagna, in particolare nelle aree coltivate interne della pianura ravennate occidentale, nonostante vi fossero chiari segnali di declino a livello europeo (Tucker e Heath 1994).
Viceversa, mentre la tendenza recente in Europa è tornata positiva (BirdLife International 2004), i rilevamenti recenti hanno purtroppo evidenziato, nel contesto locale, uno stato di sofferenza per questa specie tipica delle campagne e degli argini erbosi, degli incolti e dei margini stradali con abbondante vegetazione. In particolar modo allarma la densità generale in rapporto a quella rilevata in precedenza. Si è passati infatti da 1,08 coppie/km a sole 0,40 coppie/km. Il numero totale di coppie risulta essere meno della metà rispetto ai conteggi del ’97.
Nei pressi del Fiume Reno a ovest delle Valli di Comacchio, una delle zone che mostrava i valori di maggiore abbondanza, non viene addirittura segnalato in ben tre sezioni, e complessivamente nessuna delle 16 sezioni della pianura interna che registravano oltre 1,33 coppie/km, ha mantenuto tali indici e in tutta l’area la specie mostra un deciso declino. In moderata flessione anche nelle zone pedecollinari del Faentino.
La specie sembra invece essersi mantenuta a buoni livelli quantitativi nell’entroterra cervese, e nelle campagne limitrofe agli abitati di Campiano e Coccolia.
Può essere utile monitorare i trend negativi di Saltimpalo, Strillozzo e Allodola, anch’essi in situazione di evidente sofferenza, in quanto potenziali indicatori locali di un importante habitat, anche dal punto di vista antropico, come quello della pianura coltivata.

Fabrizio Borghesi

Anche se a volte riassumo un po' i testi, .... ho pensato sia meglio mantenere la firma alla fine invece che citare l'autore all'inizio!
Ciao.
 
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michimor
view post Posted on 25/3/2008, 23:21




Grazie per le bellissime parole, è un piacere condividere le mie foto per contribuire a migliorare le nostre conoscenze.
Ho letto ,grazie alla scheda dello zigolo,che un sito censito è a Pian del Grado,deve essere una specie molto elusiva in tante escursioni non l'ho mai notata,in questi casi "osservare...sapere...saper osservare " sono parole assolutamente indiscutibili
Ciao
 
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luciano54
view post Posted on 27/3/2008, 17:52




Moreno, ho inviato via e-mail a Pierpaolo Ceccarelli questo messaggio .... (spero non ti dispiaccia):

CITAZIONE
Moreno ha postato nel forum di Arif questa foto di zigolo muciatto ...... ha detto che ce n'era un gruppettino!!! .. Sono ancora individui in migrazione?
Ciao, Luciano.

Questa la risposta ...... che aggiunge una nota di mistero a questo affascinante zigolo!
Ciao

CITAZIONE
ciao, bello e interessante lo zigolo ...... i nostri muciatti scomapiono completamente in inverno e non si sa dove vanno; adesso è il tempo del viaggio di ritorno.
Pier Paolo

 
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michimor
view post Posted on 27/3/2008, 22:34




CITAZIONE
Moreno, ho inviato via e-mail a Pierpaolo Ceccarelli questo messaggio .... (spero non ti dispiaccia)

Assolutamente no,come vi ho già detto,sono contento di dare il mio "piccolo contributo" per approfondire questi argomenti.Se ti è possibile ,puoi chiedere info sul picchio muraiolo?ho visto nell'atlante che è considerata specie "non confermata",ci sono stati cambiamenti ultimamente,ti ricordi l'avvistamento fatto a S.Paolo ad inizio inverno?è un fatto casuale o durante la stagione fredda il suo areale è a quote più basse?
Ciao e grazie,ringrazia anche PierPaolo.
 
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orsofotografo
view post Posted on 27/3/2008, 23:21




domanda per chi ne sa più di me: qua dalle mie parti, cioè nella "bassa romagnola", le cince sono svernanti o ci sono tutto l'anno?

COMPLIMENTONI a Moreno per le numerose e splendide foto, BRAVO! ciao
 
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luciano54
view post Posted on 28/3/2008, 07:05




CITAZIONE (orsofotografo @ 27/3/2008, 23:21)
.... qua dalle mie parti, cioè nella "bassa romagnola", le cince sono svernanti o ci sono tutto l'anno?
....

Ovviamente tutto è relativo alla specie; mentre la cinciallegra è praticamente ubiquitaria, la cinciarella mostra qualche "vuoto" ma è comunque ben distribuita, rara e piuttosto localizzata la cincia bigia, rarissima (solo 8 coppie) e molto localizzata la cincia mora!
Ti posto comunque la desrizione analitica della situazione distributiva nel Ravennate ..... sempre da dati tratti dall'aggiornamento dell’atlante degli uccelli nidificanti in provincia Ravenna, a cura di Gellini S e Ceccarelli P, i testi sono di Maurizio Casadei, Pierpaolo Ceccarelli e Stefano Gellini; ..... non posso ancora postarti le cartine (speriamo che le amministrazioni decidano di pubblicarlo presto, ... non capisco perché un lavoro così completo ... e praticamente già pronto .... debba aspettare tanto per essere stampato e reso di pubblico dominio!!!)


Cinciallegra:
CITAZIONE
Per questa specie il raffronto con i dati raccolti nella precedente ricerca conferma una distribuzione estesa praticamente a tutto il territorio e valori di abbondanza relativa alquanto disomogenei nelle varie sezioni, ma che complessivamente registrano un aumento del 18%: da 0,55 coppie/km, come media provinciale, all’attuale 0,65.
Rimane evidente una bassa densità nella pianura intensamente coltivata e antropizzata, dove in diversi casi è stato possibile verificare la sola presenza qualitativa. In queste zone la specie si mostra comunque ecologicamente più adattabile della congenere Cinciarella e occupa una notevole varietà di ambienti purchè dotati di un minimo di copertura arborea: parchi, giardini, frutteti, colture agricole con siepi e filari alberati.
Un’importante eccezione al generale basso valore degli indici di abbondanza che contrassegna l’area planiziale si verifica in alcune sezioni della fascia litoranea, caratterizzate dalla presenza delle pinete e dei residui boschi idrofili: si tratta di ambienti congeniali alla specie, dove si sono registrati indici fra i più elevati (S.Vitale, Punte Alberete, Punta Marina, foce del Reno).
In tutta la fascia collinare gli indici di abbondanza sono generalmente più omogenei e di valore elevato: qui la Cinciallegra abita ogni tipo di area boscata, a copertura continua o frammentata, specialmente a latifoglie (boschetti di Roverella, castagneti da frutto e boschi fluviali).

Cinciarella:
CITAZIONE
La specie è legata principalmente ai boschi di latifoglie, in particolare querceti e castagneti; frequenta anche i boschetti fluviali e dimostra una discreta versatilità adattandosi agli ambienti modificati dalle attività umane: zone rurali alberate, parchi e giardini.
In periodo riproduttivo è presente in modo continuo nei settori montani e collinari fino alle prime aree di pianura limitrofe alla Via Emilia; nelle restanti zone planiziali la distribuzione diventa poco omogenea, con ampie zone non occupate in corrispondenza delle campagne intensamente coltivate.
Rispetto all’Atlante precedente si nota una più ampia distribuzione (da 34 a 42 le sezioni) ed anche un incremento quantitativo: l’IKA medio provinciale passa da 0,35 a 0,41 coppie/km (+17%).
Sono evidenti peraltro modificazioni della distribuzione in pianura: mentre risulta un aumento della presenza (per quanto di bassa densità) nelle zone di Lugo-Russi-Alfonsine, si nota una notevole contrazione dell’areale e una riduzione quantitativa nelle sezioni litoranee a nord di Ravenna, dove solo nel complesso S.Vitale-Punte Alberete è confermato un alto indice IKA; a sud del capoluogo non appaiono importanti variazioni con alcune sezioni ad alta densità, in corrispondenza delle pinete di Classe, Cervia e dell’Ortazzo.
Molto più stabile appare la situazione nelle zone collinari e montane dove le abbondanze, pur con una notevole variabilità, sono generalmente di valore elevato.

Cincia bigia:
CITAZIONE
Specie tipica di formazioni boscate, in prevalenza di latifoglie e miste, anche di modesta estensione.
La distribuzione riscontrata nel corso della ricerca ricalca in gran parte quella rilevata 10 anni fa, con una presenza diffusa nella fascia collinare e montana, con prevalenza al di sopra dei 300 m e fino al limite delle faggete.
Sia il numero complessivo di sezioni sia il numero medio di coppie/km non sembrano aver subito sostanziali variazioni. Nel confronto, da segnalare modeste variazioni in pianura: l’attuale assenza della specie nella tenuta Mangelli (si trattava di una presenza qualitativa, al di fuori dei transetti e probabilmente molto localizzata), e le segnalazioni quantitative in due sezioni lungo il corso del Reno, in aree igrofile.

Cincia mora:
CITAZIONE
La distribuzione in provincia è limitata al settore medio e alto collinare, a monte di Casola Valsenio e S.Cassiano; si tratta comunque di presenze localizzate e di scarsa abbondanza perché la specie è notoriamente a distribuzione montana, diffusa e comune in genere oltre gli 800 m di altitudine, condizioni che rendono il territorio provinciale marginale per la nidificazione della Cincia mora.
Rispetto al precedente Atlante, mentre la distribuzione appare praticamente immutata (6 sezioni occupate attualmente contro le 5 di allora), si registra una riduzione in termini di abbondanza, da 0,07 a 0,03 coppie/km nella media provinciale, corrispondenti al conteggio di solo 8 coppie nel biennio attuale contro le 17 negli anni ’90.
La situazione è in controtendenza rispetto all’Appennino forlivese dove si registra un aumento del 39% (Ceccarelli e Gellini, inedito); d’altronde qui la specie trova condizioni ottimali nelle grandi foreste di conifere prossime al crinale.
La presenza è limitata nel Ravennate alla fascia compresa fra 300 e 700 m di altitudine, localizzata in particolare nei rimboschimenti sparsi di Pino nero, con l’abbondanza più alta riscontrata nei boschi della zona di Trerio.

Ciao, ... spero che le informazioni ti risultino interessanti anche senza cartina!!! image

 
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269 replies since 6/3/2008, 20:12   4641 views
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