| luciano54 |
| | Inizio questa discussione sui rapaci, ... ripostando qui un messaggio di Franca che rispondeva a Luca circa l’albanella .... (giusto per avere il ... "la" .... come forse direbbe Severigomez): CITAZIONE (Franca65 @ 5/4/2008, 11:36) CITAZIONE (lucav1966 @ 4/4/2008, 23:53) ..... mi è sembrato di riconoscere un'albanella, che mi ha guardato mentre transitavo. Poco fa, ancora incuriosito, ho dato un'occhiata nel sito del museo e, sfogliando le foto delle specie di albanella presenti nelle pagine, ho visto che ognuna mostra due esemplari con dimensioni e piumaggio diversi. Dimorfismo sessuale o che altro? Inoltre, ammesso che fosse veramente un'albanella (non riesco ad immaginare che altro falconiforme potesse essere), quale delle specie era con più probabilità? ..... Nel caso dell'albanella il dimorfismo sessuale oltre che dimensionale è anche cromatico, il maschio è quello grigio cenere, e più piccolo (nei rapaci il maschio è sempre più piccolo)! La specie dovrebbe essere ... albanella minore, perchè è la più facile da vedere ed è quella che nidifica da noi. ciao ..... e ovviamente ne approfitto per postare la relativa scheda : CITAZIONE ALBANELLA MINORE Circus pygargus (Status nel comprensorio forlivese)
Migratrice regolare, distribuita principalmente nell’area padana, in Toscana, e nell’Appennino Tosco-Romagnolo; localizzata in Molise e Sardegna. Nella presente ricerca la specie è stata segnalata come nidificante in 15 sezioni CTR, una in meno rispetto alle 16 dell’Atlante 1995-97; si conferma quindi in pratica il grado di copertura ed anche, a grandi linee, l’occupazione di gran parte della fascia degli affioramenti argillosi basso e medio collinari. Si nota però una certa variazione nella distribuzione delle sezioni occupate, dovuta alla dinamica fluttuante che caratterizza le popolazioni di questa specie, con l’abbandono di vecchi territori e l’insediamento in nuove aree. Risultano oggi disertati, ad esempio, parecchi siti utilizzati per anni consecutivi nei decenni scorsi, anche con piccole colonie di 2-3 coppie: Converselle (Castrocaro), Spiandarolo (Dovadola), Marsignano (Predappio), S.Cristoforo(Predappio). Gli insediamenti recenti hanno ampliato l’areale nella parte occidentale della provincia: è aumentata la presenza nelle colline di Modigliana e sono risultati occupati siti isolati in zone più montane, nei comuni di Rocca S.Casciano-Galeata e S.Sofia-Premilcuore. Per contro appare diminuita la presenza nella collina cesenate e scomparsa quella nella pianura di Cesenatico. Attualmente le zone a più alta densità, con piccoli gruppi di 2-3 coppie, sono nelle sezioni di S.Romano e Teodorano. I siti riproduttivi sono prevalentemente ubicati ad altitudini comprese tra 200 e 500 m (85%), raramente più in alto con il massimo riscontrato a 700 m, nei prati di S.Sofia-Premilcuore. Non sono noti, al momento, siti posti sotto i 200 m, utilizzati invece 10 anni fa. L’ambiente più frequentato coincide principalmente con la fascia collinare delle argille plioceniche, dove si alternano i calanchi, gli incolti e i campi di seminativi; tutte zone aperte con smottamenti, diffusa vegetazione erbacea e rade formazioni cespugliose (ginestreti); sono occupati comunque anche zone più montane, in parte boscate, ma con ampi prati-pascoli e vasti cespuglieti. Nel contesto provinciale il problema delle deposizioni nei campi di grano, soggette quindi al rischio di perdita della nidiata durante le operazioni di mietitura, appare ridotto; come noto tale rischio contribuisce, assieme all’inquinamento da pesticidi e alle trasformazioni ambientali, a rendere la specie altamente vulnerabile in regione (Gustin et al. 1997). La popolazione forlivese (che può essere stimata in circa 20 coppie), assieme a quella ravennate, rappresenta un importante nucleo della popolazione italiana valutata in 260-380 coppie (Brichetti e Fracasso 2003). Pier Paolo Ceccarelli CITAZIONE ALBANELLA MINORE (Status nel comprensorio ravennate)
Migratrice regolare, nidifica a terra in semicolonie o a coppie isolate in incolti, cespuglieti radi, calanchi e aree steppiche in genere, colture cerealicole, dossi e parti non allagate di zone umide. Dotata di estrema mobilità, gli individui in caccia si allontanano a distanze considerevoli dal sito di nidificazione. Nel precedente Atlante si evidenziavano due areali continui, il primo più consistente lungo le aree protette prossime alla costa, il secondo nelle colline a sud di Faenza. Le sezioni interessate erano 15, l’IKA 0,03 riferito alla media provinciale. Nell’Atlante attuale sono ugualmente riconoscibili due areali di presenza, in collina e lungo la costa, separati da una zona parallela alla Via Emilia coincidente con la fascia a maggiore antropizzazione. L’areale costiero si espande ora anche verso ovest, interessando nuove parti del territorio provinciale. La presenza riguarda 27 sezioni, l’IKA è 0,06 come media provinciale. In 13 sezioni è stata rilevata anche nei transetti quantitativi, con densità fino ad un massimo di 1,6 coppie/Km in alcune sezioni costiere. Può considerarsi in relativa espansione, anche se i dati presentati sono probabilmente sovrastimati a causa di spostamenti apparentemente senza motivo in anni successivi delle coppie riproduttive: un nucleo di 4-5 coppie presente in un calanco nella vallata del Samoggia ha abbandonato nel corso della ricerca il sito senza evidenti modificazioni ambientali. La tendenza a colonizzare campi di cereali con frequente perdita di covate a causa della mietitura sempre più anticipata potrà a lungo andare rivelarsi svantaggiosa per la sopravvivenza della specie. Mario Bonora Ciao, ... chiedo scusa ma quando inserisco le schede (i cui dati sono tratti dagli aggiornamenti degli atlanti degli uccelli nidificanti in provincia di Forlì e di Ravenna curati, ..... curati entrambi da Ceccarelli P. e Gellini S.) i post diventano necessariamente ..... un po' lunghini!!
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